di REDAZIONE
La crisi euro-britannica che il premier David Cameron formalizza oggi con l'atteso, anticipato, rinviato e forse maledetto discorso sull'Unione, è la più grave dal giorno dell'adesione di Londra alla Comunità. Mai si era sentito dire, come il primo ministro dirà, che il Paese potrebbe "scivolare verso l'uscita" dall'Ue, per ricordare solo uno dei passi di uno speech capace, crediamo, di offrire anche toni di apertura e di speranza. Parole del genere, al netto dei tatticismi diplomatici, non appartenevano nemmeno al repertorio di Margaret Thatcher, attenta a non porre mai in discussione l'ancoraggio britannico all'Unione. Da allora ad oggi sono mutate molte condizioni, a cominciare dallo scarto generazionale di nuovi leader, liberi dal ricordo della guerra, alieni da ogni ruolo nella costruzione europea. È, soprattutto, cambiato il contesto esterno. La crisi dell'euro ha svelato la fragilità del progetto più avanzato di integrazione e ha consolidato il sospetto, r
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