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Capacità fiscale europea? Null’altro che aumento della pressione fiscale!

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di MATTEO CORSINI Coloro che sostengono la necessità di passare dall'Unione europea agli Stati Uniti d'Europa parlano spesso dei benefici che si otterrebbero creando una "capacità fiscale europea" in grado di fornire "beni pubblici europei". Questi ultimi dovrebbero intendersi come integrativi di quelli nazionali, mentre la prima sarebbe aggiuntiva rispetto a quelle azionali, non essendo mai specificato il loro carattere sostitutivo. Sicché, in ultima analisi, il costo sarebbe sempre a carico della stessa base attuale di pagatori di tasse. Capita però di leggere affermazioni dalle quali sembrerebbe che ciò che non si può fare a livello nazionale, per mancanza di "spazio fiscale", lo si possa fare a livello comunitario. Sergio Fabbrini, per esempio, osserva quasi sconsolato che "la creazione di una capacità fiscale europea con cui affrontare le spese per le guerre e con cui sostenere le imprese nella transizione ambientale non fa parte della discussione sulla riforma del
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