martedì, Maggio 7, 2024
13.5 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Capacità fiscale europea? Null’altro che aumento della pressione fiscale!

Da leggere

di MATTEO CORSINI

Coloro che sostengono la necessità di passare dall’Unione europea agli Stati Uniti d’Europa parlano spesso dei benefici che si otterrebbero creando una “capacità fiscale europea” in grado di fornire “beni pubblici europei”.
Questi ultimi dovrebbero intendersi come integrativi di quelli nazionali, mentre la prima sarebbe aggiuntiva rispetto a quelle azionali, non essendo mai specificato il loro carattere sostitutivo. Sicché, in ultima analisi, il costo sarebbe sempre a carico della stessa base attuale di pagatori di tasse.
Capita però di leggere affermazioni dalle quali sembrerebbe che ciò che non si può fare a livello nazionale, per mancanza di “spazio fiscale”, lo si possa fare a livello comunitario. Sergio Fabbrini, per esempio, osserva quasi sconsolato che “la creazione di una capacità fiscale europea con cui affrontare le spese per le guerre e con cui sostenere le imprese nella transizione ambientale non fa parte della discussione sulla riforma del Patto. Così, mentre Putin se la ride, l’aiuto europeo all’Ucraina è vincolato da programmi intergovernativi difficilmente utilizzabili (per via dei veti) e da margini fiscali nazionali ridotti (anche in Germania).”
Senza entrare nel merito della definizione di “beni pubblici europei”, dei programmi di aiuti militari all’Ucraina, o della transizione green, mi limito a osservare che è totalmente illusorio pensare che la capacità fiscale comunitaria sia qualcosa di diverso e aggiuntivo rispetto alla capacità fiscale combinata degli Stati membri, dato che il numero complessivo di pagatori di tasse e relativa ricchezza è sempre lo stesso.
Ne consegue che la creazione di una autonoma capacità fiscale europea finirebbe per incrementare la già non irrisoria pressione fiscale dei Paesi membri (peraltro con ampi divari tra gli stessi). E non potrebbe essere altrimenti, dato che la riduzione della spesa pubblica, quando si deve passare dalle parole ai fatti, finisce pressoché ovunque fuori dai radar.
Dubito, però, che gli europei vogliano altre tasse da pagare, a prescindere dalla destinazione del gettito.

Correlati

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti