di ROMANO BRACALINI
Ho conosciuto la ministra Annamaria Cancellieri, originaria di Napoli, negli anni ‘70 quando era capo ufficio stampa alla prefettura di Milano nel palazzo di corso Manforte, già sede del governatore asburgico nel 1848, quando i milanesi ebbero la cattiva idea di cacciare gli austriaci. La Cancellieri, inutile dirlo, aveva cominciato la carriera nell’apparato statale, il solo ed esclusivo settore improduttivo che attragga ogni laureato del Sud. Ha scritto Indro Montanelli: ”Come può uno Stato funzionare se la parte più evoluta, produttiva e ricca, quella settentrionale, continua ad essere governata da uno Stato meridionale che può essere paragonato all’Egitto di Faruk?”. E’ il destino di un Paese tenuto insieme con lo spago e fatto di due parti diverse e incompatibili.
Il Prefetto d’allora era il dottor Vicari, un compìto burocrate col sorriso perennemente stampato, come sanno esserlo i siciliani, al punto che nelle mie frequentazioni per r
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