di ROMANO BRACALINI
Il professor Monti difetta in storia. Lo dimostra la sua giuliva e ilare decisione di istituire un commissario anticorruzione che assomiglia tanto al tentativo di Mussolini di debellare la mafia e che per questo inviò in Sicilia il prefetto Mori, che dotato di pieni poteri, on potè fare altro che accordarsi con le cosche dando l’impressione di averle vinte e così non fu. Monti avrebbe dovuto ricordarsene pena il fallimento e il ridicolo. La corruzione in Italia è fisiologica, fa parte del panorama, si annida nelle pieghe stesse del potere avendo assunto forma di metastasi. Se si volesse davvero combattere la corruzione bisognerebbe cominciare col mettere sotto tutela lo stesso Parlamento, essendo spesso sentina di inquisiti, e commissariare regioni, province e comuni, come fece all’inizio del Novecento la commissione Saredo che sciolse tutte le amministrazioni comunali della Campania colluse con la camorra. La storia di un secolo si è dipanata senza che i
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