di PAOLO L. BERNARDINI
Gentile Signor Grillo, Le scrivo dalle pagine di un giornale elettronico che in poco più di un anno di vita celebra oggi i 4 milioni di visite. Questo giornale porta il nobile nome di “L’indipendenza”, e raccoglie tante anime, a volte litigiose, a volte concordi, dell’indipendentismo italiano, dal Tirolo alla Sicilia, dal Piemonte al Veneto. Le scrivo da genovese, come Lei, ovvero da figlio di una piccola patria che ha goduto di otto secoli almeno di indipendenza, di libertà, di prosperità. Mi piacerebbe incontrarLa, forse, un giorno, a Piazza Corvetto, la piazza che porta al centro la statua di un re straniero, ma che ha il nome di un genovese illustre che si batté per la restaurazione della Repubblica Superba quando ciò era ancora possibile, al Congresso di Vienna, nel 1815. Singolare contraddizione. Le offrirei volentieri un caffè da Mangini, e Le parlerei – se cose più urgenti, davvero, non vi fossero all’orizzonte – dell’amore che c
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