di MATTEO CORSINI
Di tanto in tanto Paolo Savona esprime la sua opinione sul debito pubblico italiano. In un breve articolo ospitato contemporaneamente sul Sole 24 Ore e MF, Savona esordisce così:
“La gran parte degli economisti italiani, dopo aver assecondato la crescita del debito pubblico italiano a cominciare dalla crisi petrolifera di inizio anni 1970, concordano ora che aumentare l’indebitamento in una situazione come quella che viviamo è pericoloso, ma anche necessario per evitare il peggio e non solo per il debito già in circolazione.”
Quando afferma che la gran parte degli economisti italiani ha assecondato la crescita del debito pubblico, credo che Savona abbia ragione. Quello prevalente in Italia è infatti una forma di keynesismo perfino più discutibile dell’originale. Prosegue Savona:
“Ciò che non convince di questa tardiva conversione è la motivazione: dicono infatti che il debito va rimborsato. La storia economica insegna che questa preocc
Abbiamo visto nei precedenti investimenti pubblici quanto attivo sia equivalso al passivo. Tra l’altro, per Savona è perfettamente morale e non truffaldina l’emissione di titoli irredimibili. Mi chiedo perché ci siano ancora tanti sprovveduti che continuano ad acquistare tali titoli.
Concordo