di LEONARDO FACCO
La campagna elettorale è iniziata da tempo. Da un lato, c’è Silvio Berlusconi VI, che ha già saturato l’etere con la sua ingombrante – e per molti aspetti ridicola – presenza. Dall’altro, c’è Pierluigi Bersani, uomo dell’apparato post-comunista, che ha riempito per settimane le cronache grazie alle “Primarie” di partito, che lo hanno consacrato “primo ministro” in pectore. A latere, ma non troppo, c’è Beppe Grillo, pirotecnico outsider e gran musa di un movimento in cerca di gloria, che acchiapperà una montagna di voti. Nel bel mezzo del cammin delle elezioni, però, c’è anche Fantomas, alias Mario Monti, il premier uscente che il partito lo fa, ma anche no, che si candida a governare, ma anche no, che ha un’agenda politica, ma anche no perchè pare gliela abbia scritta Pietro Ichino. Spietato, dotato di intelligenza diabolica, abilissimo nei travestimenti e megalomane, il professore – con la consulenza di un esperto in materia,
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