di ROBERTO BRAZZALE
Il grado di deformazione della realtà operato dalla propaganda di sistema ha toccato ieri uno dei suoi apici quando, al Meeting di CL a Rimini, l’ex presidente della BCE Mario Draghi si è lanciato in un appello a favore dei “giovani”, affinché non siano “privati del loro futuro” e perché a loro favore si “investa in istruzione, formazione delle nuove competenze, innovazione, ricerca, digitalizzazione dell’economia”.
Come da copione, d’ogni angolo del Bel Paese si sono levate laudi e giubilo per la sortita del banchiere centrale la quale potrebbe essere archiviata come una serie di consunte banalità se non provenisse da un personaggio che più di ogni altro ha condizionato ed indirizzato al peggio la politica dell’Italia e dell’intera UE nell’ultimo decisivo decennio.
Fuori di metafora, ci sembra che l’ex banchiere centrale farebbe bene a spiegare ai giovani ciò che per loro ha fatto nei lunghi anni in cui ha avuto nelle sue man
Nobile fuffa buona per candidarlo alla Presidenza del Consiglio, per metterci la faccia sui prossimi debiti, o alla Presidenza della Repubblica (dove forse sarebbe più innocuo)
Tra tante giuste considerazioni non ci voleva proprio quel riferimento alla possibilità di aggiustare con il cambio i costi e le inefficienze di sistema. Lasciamo che sia Borghi Aquilini a pronunciare queste bestemmie.