di MATTEO CORSINI
Riferendosi a uno studio presentato dall’ex presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, a una conferenza alla quale partecipavano entrambi, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha affermato (in tono scherzoso, ma non troppo): “Questo studio andrebbe tradotto nelle lingue dei 19 Paesi membri dell’area euro”.
Il perché è facilmente intuibile: secondo quello studio le politiche monetarie non convenzionali non avrebbero avuto effetti collaterali. Una tesi evidentemente cara a ogni banchiere centrale, che negherebbe perfino l’evidenza pur di difendere il proprio operato. Non può che venire alla mente Marty Feldman nei panni di Igor in “Frankenstein Junior” quando, lasciando esterrefatto Gene Wilder, afferma riferendosi alla sua schiena deformata: “Gobba? Quale gobba?”
Spesso i banchieri centrali (e coloro che ne elogiano l’operato senza se e senza ma) accostano i provvedimenti di politica monetaria a medicine somministrate dalle banche
Bolla, quale bolla?
E’ eccezionale come similitudine.