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Ecco il 178° segnale della ripresa: tagli ai comuni e tasse su del 22%

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mani comunidi LUIGI CORTINOVIS

Quando sentire raccontare che vi hanno abbassato le tasse, abbiate il buon gusto di deriderli, se proprio non volete mandarli a quel paese. Il ginepraio fiscale italiano è talmente complicato, che quando vi raccontano che hanno abbassato dello 0,1% qualche gabella, da qualche parte c’è la fregatura, di quelle che la stampa cerca di non evidenziare.

Un esempio? Eccolo: Tra il 2010 e il 2014, i Comuni hanno subito tagli per circa “8 miliardi, compensati da “aumenti molto accentuati” delle tasse locali. Lo mette nero su bianco la Corte dei Conti nella relazione sulla finanza locale sottolineando che oggi il peso del fisco è “ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali”. E per compensare i tagli, nell’ultimo triennio, c’è stato un “incremento progressivo della pressione fiscale” comunale, passata dai 505,5 euro 2011 ai 618,4 euro pro capite 2014. Con un aumento del 22% per ogni cittadino. “I livelli massimi di riscossione tributaria” si registrano nei Comuni con più di 250mila abitanti, dove arriva a 881,94 euro a testa. Secondo la Corte dei Conti, nei Comuni “il peso fiscale è ai limiti”.

Ovviamente, tutto ciò è riuscito grazie anche la complicità degli amministratori locali (pronti a starnazzare in piazza solo per mettersi in mostra per le elezioni successive) e con la complicità di quei partiti che oggi stanno all’opposizione di Renzi. Il resto, sono chiacchiere da circolo dei tranvieri. E i limiti, ci paiono superati da un pezzo.

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