di LEONARDO FACCO
Evo Morales e la sua cricca “bolivariana” hanno preso una legnata senza precedenti. Dopo quasi vent’anni al potere, il Movimento al Socialismo (Mas), estrema sinistra, ha subito una sconfitta storica nelle urne, secondo i risultati preliminari diffusi dal Tribunale supremo elettorale, dopo le elezioni di domenica scorsa.
Riporta l’Ansa: “Completamente lacerato tra i gruppi dell’ex presidente Evo Morales e dell’attuale capo di Stato, Luis Arce, il Mas è imploso. Eduardo del Castillo, sostenuto da Arce, ha ottenuto il 3,2% delle preferenze. Il candidato di sinistra più votato è stato il presidente del Senato, Andrónico Rodríguez, che si proponeva come una figura di conciliazione in seno al movimento progressista, fischiato e preso a sassate davanti al seggio elettorale, ha ottenuto l’8,1%”.
I risultati ufficiali parziali confermano che saranno un senatore di centrodestra e un ex presidente di destra a contendersi la presidenza della Bolivia dopo il primo turno delle elezioni di domenica, che segna la fine di due decenni di governo di sinistra. Il senatore Rodrigo Paz è in testa a sorpresa con il 32,15% delle preferenze davanti all’ex presidente di destra Jorge ‘Tuto’ Quiroga con il 26,87% dei voti. Terzo l’imprenditore Samuel Doria Medina (19,86%), che appoggerà Paz. Solo quarto il principale candidato di sinistra, Andronico Rodríguez appunto.
Come commentare questo risultato? Evo Morales e il suo partito politico hanno installato in Bolivia il malefico “socialismo del XXI secolo”, di matrice venezuelana. Durante i suoi governi si sono dedicati a espropriare tutti gli stranieri che avevano investito in Bolivia, come fecero i comunisti dei Castro, i Chávez, i Maduro e i Kirchner in Argentina.
Nessuno ha fatto investimenti durante l’era di Morales & Co. e il paese ha visto collassare tutta la sua infrastruttura per l’estrazione del gas. Non possono più esportare nulla. La distruzione di YPFB è simile a quella di PDVSA in Venezuela. Nonostante dispongano di litio, non ne estraggono neppure un grammo perché nessuna impresa straniera è entrata nella terra comunista di Evo.
Evo Morales e la sua banda hanno bruciato tutte le riserve della Banca Centrale, come i comunisti precedenti. Peggio han fatto solo i Kirchner in Argentina, che hanno lasciato riserve negative nella BCRA e un deficit del 10% (oggi risanato da Milei).
La Bolivia ha già inflazione alta (Il dato medio per il primo semestre del 2025 si attesta a 15,53%), controlli valutari, mercato nero, scarsità di carburante, medicinali e alimenti, come accade in qualsiasi economia comunista. Un venezuelano, un cubano o qualunque argentino sa cosa significhi avere un comunista al potere. Un collasso sociale, esattamente come ogni paese comunista da sempre a questa parte. Ennesima lezione che si ripete.
Su cosa accadrà ora, meglio attendere, prima di giudicare.


20 anni, mica mesi, mica pizsa e fichi.
Poi le destre sudamericane fanno altrettanto schifo.
C’è poco da star allegri.