FONTE ORIGINALE: www.corriere.it di Fiorenza Sarzanini
Il commercialista, i segretari, persino la madre Anna Tintori e altri parenti. Nella rete di Franco Fiorito, chiamato «er Batman», ognuno aveva un ruolo. E adesso tutti dovranno rendere conto del proprio operato ai magistrati. Aggiungendo tasselli a un mosaico di ruberie che assume contorni sempre più netti, svelando un patrimonio occulto che l'ex capogruppo avrebbe accumulato negli ultimi anni prelevando denaro dai conti correnti del Pdl e utilizzandolo a fini personali.
Case, barche e prestanome. Oggi Fiorito sarà interrogato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Alberto Pioletti. Dovrà difendersi dall'accusa di peculato, ma a sentire il suo avvocato Carlo Taormina, cercherà di rovesciare la situazione tirando dentro l'inchiesta altri consiglieri del partito e non solo. Proverà a sostenere che tutti erano d'accordo e lui si limitava a eseguire delibere e decisioni prese da altri. Parlerà di patt
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