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Expo di milano: fiera dello statalismo. expo di londra: fiera della libertà

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di GIOVANNI BIRINDELLI In un articolo dal titolo “La storia di Expo in 34 edizioni, dal 1851 ad oggi” il Corriere della Sera passa brevemente in rassegna le diverse edizioni delle maggiori esposizioni internazionali. La sensazione che si ha e che senza dubbio vuole essere trasmessa dal titolo di quell’articolo è che, a partire dalla grande esposizione del Crystal Palace di Londra del 1851, è stata creata una “scatola” il cui contenuto (che dovrebbe essere il meglio e quanto di più avanzato ogni paese ha da offrire) cambia da edizione a edizione, ma la scatola rimane sostanzialmente la stessa. Expo sarebbe l’ultima edizione di un evento nato appunto nel 1851. Figuriamoci. La grande esposizione di Londra del 1851 fu un evento interamente privato che non ricevette un solo centesimo di denaro cosiddetto “pubblico” (cioè estorto con la violenza ai legittimi proprietari mediante il prelievo fiscale). Di questo evento, poco prima della sua morte, Frédéric Bastiat s
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11 COMMENTS

  1. Ottimo articolo e (mi spiace per tanti amici indipendentisti) ottimo anche perchè mostra lo spirito fondamentalmente libertario del mondo anglosassone, che anche tanti indipendentisti (di destra o sinistra, di solito ex fascisti o comunisti) sono sempre pronti a dipingere come l’inferno in terra. Compresi gli ammiratori della teocrazia irlandese post-indipendenza, dei macellai dell’IRA, dei vetero-marxisti alla Gerry Adams e (spiace dirlo perchè chi si sacrifica per un’idea merita il nostro rispetto) di Bobby Sands.

    • Grazie Novello, fatto da te, che ritengo insieme a Guglielmo e ad altri essere uno fra i maggiori scrittori contemporanei di libertà, questo complimento è un onore che non merito

  2. Stupendo articolo, grazie per averlo scritto contribuendo a tenere vive queste idee.
    Comportarsi bene è diverso dal comportarsi male, e da questo dipende la riuscita di qualsiasi azione. L’appiattimento socialistoide che, incredibile ma vero, si sta realizzando in modo esteso nell’ex mondo libero proprio dopo la caduta della cortina di ferro, nega questo semplice principio ed è causa di rovina.
    Complimenti anche a Pietro Agriesti per il commento.

  3. Grazie Giovanni Birindelli per questo bellissimo articolo, che mette in luce quanto fosse diversa la mentalità delle persone che vivevano in una società libera in fortissima espansione come l’Inghilterra vittoriana, da quella prevalente in una società super-statalizzata e in rovinoso declino come l’Italia.

  4. Oggi una persona normale non riesce neanche a concepire una cosa del genere: un EXPO privato, senza stato di mezzo! come se stessi parlando di unicorni!

    La prima barriera è quella che limita la nostra immaginazione, il nostro pensiero, la nostra creatività, senza che neanche ce ne accorgiamo. Possiamo essere intelligenti, intuitivi, arguti, profondi, etc.. ed esserlo senza mai accorgerci che ci stiamo mantenendo dentro un recinto.

    Quando ragioniamo di stato, democrazia, destra e sinistra, pubblico e privato, libero mercato, finiamo per adottare con questi termini una mentalità, un insieme di concetti e significati standard, che sono legati ad essi, e dei limiti rispetto ai quali spesso non riusciamo ad andare oltre.

    Nonostate pubblicità, canzoni, magliette, citazioni su facebook, film e altro, siano pieni di frasi come “be free”, “be yourself”, “pensa fuori dal coro”, “non temere di essere originale”, “diverso è bello”, etc.. la capacità delle persone comuni di essere libere, originali, fuori dal coro, per esempio per quanto riguarda il pensare stato, democrazia, destra e sinistra, pubblico e privato, libero mercato, anarchia, secessione, sembra vicina all’inesistenza. Da questo punto di vista il Miglio Verde è un’oasi nel deserto.

  5. Bella la parte sulla reputazione nell’Inghilterra dell’ottocento. D’altronde fu la terra dei’gentleman’.

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