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Adesso basta con le parate modello sovietico

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di ROMANO BRACALINI Se l’Italia “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, come suona con bolsa retorica l’art.11 della Costituzione, non sarebbe più coerente abolire la parata militare del 2 giugno che, invece, anche quest’anno, nonostante le critiche e i pareri contrari, s’è svolta regolarmente? Il 2 giugno è la sola festa nazionale rimasta nel vuoto carniere delle glorie dell’Italietta. Averla trasformata in festa delle forze armate, col relativo sfilamento ai Fori, contrasta non solo con la Costituzione ma con la logica. Solitamente le parate militari sono espressione delle dittature (Sudamerica, Africa, Medio oriente) che sulla forza si reggono e alla quale fanno volentieri ricorso in caso di bisogno. Si ricorderà l’armata rossa, con tutto il suo arsenale di morte, che sfilava sotto lo sguardo compiaciuto delle mummie decorate del Cremlino. Se si eccettua la Francia che sfila il 14 luglio, in omaggio allo spirito della
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