di KARL HESS
Conservatori e liberal hanno in comune l’idea mistica secondo cui le nazioni significano davvero qualcosa, probabilmente qualcosa di permanente. Entrambi attribuiscono alle linee tracciate sulle mappe – o nella terra o nell’aria – la magica creazione di comunità di uomini che richiedono sovranità e sanzione.
Il conservatore lo sente con esaltazione quando vede la bandiera a stelle e strisce. Il liberale lo sente con certezza accademica quando conclude che i confini sovietici devono essere "garantiti" per prevenire il nervosismo sovietico. Oggi, nella confusione più estrema, ci sono persone che ritengono che le linee tracciate dall’Unione Sovietica, con il sangue, siano migliori delle linee tracciate, anch’esse con il sangue, dalla politica estera americana.
I politici pensano semplicemente in questo modo. La visione radicale e rivoluzionaria del futuro della nazione è, logicamente, che essa non ha futuro, ma solo un passato – spesso entusiasmante