di SALVATORE ANTONACI
C’era una volta la GALEUSCA, un patto sottoscritto dalle tre più importanti realtà linguistico-cultural-politiche spagnole al fine di coordinarsi per ottenere l’agognata piena sovranità sui propri territori. L’esperimento naufragò tra i bagliori della sconfitta nella guerra civile che contrappose i nazional-fascisti del Caudillo Franco e la eterogenea compagine repubblicana.
L’acronimo, come facile intuire, racchiude in sé le comunità dei galiziani, dei baschi e dei catalani, oggi di nuovo al centro del proscenio internazionale per via della nuova stagione di fioritura dell’indipendentismo che promette di frantumare, nel volgere di pochi anni forse, il complesso mosaico del regno di Spagna e di riverberarsi come un’ onda di tsunami sull’intera geografia continentale. Per meglio dire, saranno la Catalogna e l’Euskadi, affrancatasi finalmente dall’ipoteca terroristica, a contendersi il ruolo di detonatore di una ennesima primavera dei
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