di ROBERTO GIURASTANTE
“Cara mamma ciao, mi sento solo e mi manca la tua vicinanza. E’ brutto il momento che sto vivendo lontano da te. Son sempre che mi preoccupo di noi e il carcere, come dici tu, il ricovero, io spero tu riesca a passare le giornate. Non ti stancare e non ti preoccupare molto, cominciano i primi giorni di primavera, apri un poco le finestre ora che non fa più tanto freddo, e riposati. Ti faccio gli auguri di buona Pasqua, perché prima non ero riuscito, nemmeno al colloquio. Scusa per il male che ci tocca sopportare a causa mia. Mi farò perdonare quando tornerò a casa, non vedo altro che dipingere il soggiorno e corridoio, aggiustare le finestre in camera, e aiutarti a fare le pulizie, mettere a posto i miei vestiti che non sono riuscito...”
“Ti prego di non stare male e pensami. Grazie del pigiama, è stato davvero comodo, hai trovato la cosa giusta per farmi stare meglio. Io invece sono dove sono e non ti fa stare certo bene. Mi sono accorto che far
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