di CARLO MELINA
Mio nipote, 8 anni, quando fa i compiti è obbligato dalla sua maestra (cattolica) a scrivere, dopo la data, il Santo del giorno. Integralismo? No, si chiama libertà di educazione. Perché i suoi genitori (o i facenti veci) hanno scelto liberamente per lui un percorso educativo di tipo cattolico, che, in quanto tale, metta al centro il soggetto dell’educazione; mica altre cazzate come fa la scuola pubblica, che impone lo studio e il canto della marcetta funesta di Mameli e da lustri invece di formare intelligenze vivaci, parcheggia nei suoi uffici quelle più asservite alla sua logica. Ovviamente a spese nostre.
Spese pazze e disperate, che, dopo i tentativi falliti di Mariastella Gelmini (lo scorso anno sono stati assunti 67.000 nuovi docenti), tornano di moda col Governo dei tecnici, alla ricerca di una sponda con parte dei sindacati e della cosiddetta società civile. Piovono così, nell’agosto torrido di un Paese allo sbando, 21.112 nuovi incarichi, che
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