di SERGIO SALVI
Politici e giornalisti confondono spesso le nazioni con gli stati che pretendono di "incarnarle". Questo equivoco è stato creato, in perfetta buona fede, da un manipolo (o una coorte?) di studiosi, anche di fama, i quali hanno diffuso, soprattutto in Italia, la nozione chiave degli "stati nazionali": tali sarebbero apparsi, già alla fine del medio evo, la Francia, la Spagna, l'Inghilterra. Il destino storico di ogni nazione sarebbe così quello di trasformarsi in stato, appunto, nazionale, ispirandosi a questi esempi.
È seguendo questa strada obbligatoria che l'Italia e la Germania avrebbero avuto, in quanto nazioni (anche se soltanto supposte), il dovere di uniformare il loro percorso storico, che avrebbero disatteso per secoli, istituendo anche se appena nel XIX secolo, uno stato nazionale proprio. Per fortuna, altri (purtroppo pochi) studiosi di uguale fama, hanno provvidamente negato la qualifica di "nazionali" agli stati europei di più antica istituzione. M
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