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Hong kong, in parlamento gli indipendentisti insultano la cina

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di FRANCO CAGLIANI La Cina lo dichiara da sempre che dell'indipendenza di Hong Kong non ne vuole sentire (VEDI QUI). Ciononostante, nell'assemblea uscita dalle ultime elezioni, gli indipendentisti sono stati eletti. Ragion per cui, l'insediamento del nuovo Consiglio legislativo, il 'parlamentino' di Hong Kong, non ha deluso le attese di un esordio arrembante dei neoeletti pro-democrazia o indipendenza: il giuramento di rito di fedeltà è stato rifiutato da tre esponenti dell'opposizione e modificato con parole (o giudizi offensivi) contro Pechino e a favore della "nazione di Hong Kong" che "non fa parte della Cina". Striscioni per l'indipendenza, sventolio di bandiere ("Hong Kong non è Cina"), fac-simile stracciati delle proposte di norme anti-sovversione, ombrello giallo e frasi del "Mahatma" Ghandi scandite in aula contro la morsa di Pechino, hanno solo fornito l'anteprima del tempestoso percorso di fronte alla legislatura originata dal voto del 4 settembre e
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