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Hong kong, la cina cambia il sistema elettorale per eleggere solo comunisti

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di C. ALESSANDRO MAUCERI Nell’indifferenza generale il governo di Pechino continua a imporre i propri diktat su Hong Kong. Del “problema” Hong Kong si parla sempre meno. La rivolta popolare è stata soffocata anche sotto il profilo mediatico da altre notizie, anche meno importanti. Persino il grido d’allarme dell’ex vescovo di Hong Kong Joseph Zen è rimasto inascoltato, ed il Papa non lo ha ricevuto al Vaticano. Dopo aver stroncato con la forza la rivolta nelle piazze, il governo centrale e centralista cinese ha varato una legge sulla sicurezza nazionale che punisce pesantemente gli atti di sovversione, secessione, terrorismo e collusione con le forze straniere, e che rende più facile reprimere le manifestazioni non gradite. Non contento, nei gironi scorsi il governo di Pechino si è assicurato che non ci siano sorprese anche alle prossime elezioni. Il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo di Pechino (Npcsc), l’organismo cinese nato alla fine de
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