di MATTEO CORSINI
Se c’è un terreno scivoloso per chi ha l’eloquio sciolto ma un rapporto conflittuale con i numeri è proprio quello dell’utilizzo di dati numerici per avvalorare le proprie posizioni. In questo Matteo Renzi non teme rivali, a mio parere. In questi giorni di campagna congressuale, nonostante abbia lasciato una patata più che bollente in mano al duo Gentiloni-Padoan in prospettiva della predisposizione del DEF e, soprattutto, della legge di bilancio per il 2018, l’incontinenza verbale di Renzi sembra essere in fase acuta.
Non solo non si accontenta di impedire, sostanzialmente, i tagli di spesa pubblica e la cessione di partecipazioni in società ancora in mano al Tesoro, a fronte di clausole di salvaguardia rinviate al 2018 per circa 19 miliardi tra IVA e accise. Si spinge anche a parlare, del tutto a sproposito, di virtuosità nella gestione dei conti pubblici durante il suo periodo al governo: “E' evidente come i momenti in cui i conti sono peggior