Il 2 giugno, due giorni dopo: riflessioni sull’occasione perduta

di PAOLO L. BERNARDINI Riflettendo, dopo due giorni, sul due di giugno, non posso che ribadire quanto già scritto in diverse occasioni. Fu un’immensa occasione perduta. Occasione per cosa? Per dare all’Italia quell’assetto federale, decentrato, sul modello svizzero, o anche americano, che non era stato possibile darle prima. Lo auspicavano, certo, menti eccelse come Cattaneo, come Ferrari, come numerosi altri, nel secolo precedente. Ma l’Italia nata nel 1861 era l’estensione di un regno, de iure e de facto. Come avrebbe potuto essere e/o diventare “federale”? La sarebbe potuta diventare se fosse nata come repubblica, anche se non so quanto Mazzini e i repubblicani (sconfitti) del tempo, vedessero di buon occhio un modello svizzero, catturati com’erano da quello francese, abominevole (ai miei occhi, almeno). Peraltro, la tradizione repubblicana italiana, ad eccezione di Venezia e le altre che dirò – magari il doge condottiero Francesco Foscari a metà Quattroce