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Il paradosso della “Privacy” e il “diritto di essere lasciati in pace”

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di MICHAEL S. MILANO La privacy ci permette di scegliere quali aspetti della nostra vita vogliamo tenere al riparo dagli sguardi del mondo. Il giudice della Corte Suprema Louis Brandeis la definì, nella sua famosa opinione contraria nel caso Olmstead v. United States, come “il diritto a essere lasciati in pace”. Ma la privacy è qualcosa di più profondo: è una garanzia di libertà. È una base delle istituzioni decentralizzate e un pilastro delle società libere. Per chiunque abbia idee che si discostano da quelle “accettate”, la privacy non è un lusso, ma una necessità. Per tutti gli altri, è bene ricordare che le norme sociali cambiano, influenzate da pressioni culturali e politiche. Nessuno può sapere oggi come le proprie azioni o opinioni verranno giudicate in futuro. Per questo la privacy è diventata ancora più importante nell’era della sorveglianza digitale. Se non possiamo agire lontano dagli occhi altrui, diventa difficile esprimersi o legarsi ad altri
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