venerdì, Dicembre 5, 2025
7.9 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Il punto non è credere a Mosca, ma non credere alla propaganda

Da leggere

di FABIO BERTAZZOLI

Perché continuiamo a credere a ciò che si rivela falso e soprattutto a chi ci continua ad ingannare?  La guerra russo-ucraina non è solo un conflitto militare. È anche un laboratorio psicologico, dove i nostri cervelli mostrano i loro limiti più profondi.

  • – Leon Festinger (1957) parlava di dissonanza cognitiva: quando i fatti smentiscono le nostre convinzioni, invece di cambiare idea, le difendiamo con spiegazioni creative.
    – Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno documentato il bias di conferma: tendiamo a selezionare solo le notizie che ci danno ragione, scartando le altre.

È così che funziona la propaganda*: anche quando una bugia viene smentita, una menzogna viene scoperta, anche in quel caso la narrazione resta intatta. Alcuni esempi concreti di narrazione occidentale rivelatasi falsa o gravemente distorta:

  • • “La Russia finirà i missili entro il 2022” → smentito dai bombardamenti continui nel 2023-2025.
    • “I russi combattono con le pale”, marzo 2023 -> smentito dal continuo avanzamento nel Don Bass sino all’autunno 2025.
    • “I russi smontano elettrodomestici per riciclare semiconduttori” (von der Leyen, ottobre 2022) → smentito dal fatto che i chip degli elettrodomestici sono troppo semplici per impieghi militari avanzati.
    • “Il rublo è carta straccia” → dopo il crollo iniziale, la valuta si è stabilizzata (dati Banca Centrale Russa, Bloomberg).
    • “L’economia russa collasserà entro pochi mesi” → il FMI nel 2023 ha stimato crescita +2,2% e nel 2024 +3,2%.
    • “I droni iraniani Shahed sono ferraglia” → hanno colpito duramente infrastrutture energetiche ucraine (Reuters, BBC).
    • “La Russia non produce più carri armati” → nel 2023 la produzione è aumentata grazie alla riconversione industriale (Jane’s Defence, RUSI).
    • Attentato terroristico al Nord Stream: inizialmente attribuito alla Russia, oggi varie inchieste internazionali (NYT, Die Zeit, Washington Post) hanno indicato responsabilità di gruppi ucraini.
    • Missile in Polonia (novembre 2022): subito dichiarato “attacco russo”, si è poi scoperto che era un missile di difesa aerea ucraino caduto sul territorio polacco (NATO, AP, BBC).

Il punto non è “credere a Mosca”. Il punto è che noi, in Occidente, non abbiamo nemmeno accesso diretto alla versione russa: riceviamo solo la narrazione filtrata dei nostri media. Eppure, anche quando quella narrazione si dimostra sbagliata, continuiamo a fidarci. Perché? Probabilmente per alcuni meccanismi psicologici profondi.

La propaganda sa che le persone non cambiano idea davanti a una smentita. Sa che il cervello umano preferisce proteggere la propria “verità” piuttosto che affrontare il dolore di ammettere l’errore. E sa che in mancanza di pluralismo d’informazione le persone sono portate a fidarsi di quello che sentono ripetere dalla maggior parte delle fonti.
Per questa ragione paesi dittatoriali come Russia e Cina limitano o sopprimono la libertà di espressione e di stampa.

Paradossalmente, però, è esattamente quello che anche da noi è stato fatto sin dal 2022 quando sono stati oscurate tutte le fonti d’informazione russe, in modo da far sentire solo la nostra visione senza possibilità di confronto. In altre parole, una situazione speculare a quella dei tanto criticati regimi russi e cinesi.

Conclusione: i comuni cittadini hanno poche possibilità di conoscere direttamente la verità dei fatti e possono farsi un’idea più corretta solo confrontando le diverse versioni fornite dalle opposte propagande, analizzandole con l’ausilio dell’intelligenza e del senso critico e, infine, decidendo quale versione sia la più plausibile. Tutto questo tenendo ben presente che ognuno di noi ha convinzioni radicate che raramente riesce a mettere in discussione, a meno di avere la forza di dubitare delle proprie certezze. Finché non riconosceremo questi meccanismi mentali, continueremo a credere più alle narrazioni che ai fatti.

Quando invece riusciamo a capirli, diventa possibile filtrare le informazioni plausibili da quelle palesemente fasulle e ricostruire un quadro più aderente alla realtà, valutando anche le ragioni per cui una parte racconta una versione invece che un’altra.

In altre parole, applicando la logica del “cui prodest”? Oggettivamente, però, tutto ciò richiede tempo per raccogliere anche le informazioni censurate e uno sforzo intellettuale per distinguere ciò che è invenzione propagandistica da ciò che è realmente accaduto.
E questo impegno, inevitabilmente, la stragrande maggioranza delle persone non lo affronta, poco propensa a dedicare energie ad approfondimenti di questo tipo.

Così le masse restano manovrate dai governanti e spinte persino ad accettare l’idea di scendere in guerra: ossia ad accettare di diventare vittime del peggior crimine che gli Stati nazionali possano compiere contro i propri cittadini.

*NOTA DI REDAZIONE: Tutta la propaganda, di qualsiasi regime, di qualsiasi Stato.

Correlati

1 COMMENT

  1. Le fesserie di Lavrov su Bucha e i deliri di Soloviov io li ho sentiti e mi è bastato. Non esistono poteri buoni diceva qualcuno, ma il problema è che la Russia ha pisciato fuori dal vaso, se anche avesse ragione, si è messa dalla parte del torto. Poi dire: “ma anche gli Usa…” mi sa tanto di “e allora le foibe?” e non cambia la sostanza.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti