di GILBERTO ONETO
Nei commenti al recente referendum svizzero sull’immigrazione è stato generalmente ignorato il dato “ambientale” che ha spinto molti ecologisti a votare a favore di un più rigido controllo degli ingressi sulla base di una giustificata preoccupazione per l’eccessiva pressione antropica sul territorio.
La cosa rientra in un triste trend consolidato: quando si parla di economia, demografia e immigrazione si tende infatti a sottovalutare (se non a ignorare) un dato essenziale rappresentato dalla densità di popolazione e dal collegato indice di sostenibilità del territorio (carrying capacity) che indica quanta popolazione e quanta attività antropica può reggere un territorio prima di perdere ogni vitalità, e di perdere la capacità di rigenerare le proprie risorse vitali, cioè prima di collassare, morire e diventare una sterile piattaforma senza vita.
All’interno dei confini dello Stato italiano ci sono 203 abitanti per chilometro quadrato:
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