FONTE ORIGINALE: www.corriere.it di Marzio Breda
«Faccio appello alle mie energie e ovviamente cerco di mobilitarle», aveva confidato a Berlino Giorgio Napolitano, a poche ore dal rientro in Italia. Sapendo che avrebbe trovato una situazione difficilissima, si preparava ad assumere la regia del dopo-voto. Un compito per qualcuno «proibitivo» e di sicuro faticoso. Lo dimostrano le prime e frustranti prove di dialogo tra i partiti, ancora fondate più sulle sfide e sulle provocazioni reciproche che su un'autentica disponibilità a cercare qualche intesa. Tuttavia, mentre ci si concentra sulle ipotesi di governo, incombe già l'incognita delle elezioni dei presidenti di Camera e Senato, adempimenti preliminari per dare funzionalità al nuovo Parlamento. Ora, posto che il Pd dispone a Montecitorio di una maggioranza sicura e ampia e lì è dunque in grado di «chiudere la pratica» subito, per Palazzo Madama il discorso è più complesso. Perché senza un accordo si rischia che no