di SALVATORE ANTONACI
L'Islanda continua a confermarsi come uno dei più interessanti laboratori politici dell'Europa dei prossimi anni. Non inganni la popolazione numericamente limitata dell'isola o la trascurabile dimensione del locale prodotto interno lordo tutto quanto derivato, o quasi, dalle due principali industrie ovverosia il turismo e la pesca. Nella realtà, infatti, gli avvenimenti degli ultimi quattro anni hanno segnato una cesura profonda nel rapporto tra istituzioni e governati quale mai era stato dato intravvedere nel resto del continente almeno dai tempi dell'89 culminati con il crollo del blocco comunista-popolare orientale. Presto per parlare, come molta pubblicistica dal sapore sensazionalistico rilancia sul web, di possibile quadratura del cerchio democratico con il potere sottratto alle oligarchie politiche e finanziarie per essere restituito al proprio legittimo proprietario, il popolo sovrano. Ma qualcosa di molto importante è senza dubbio avvenuto proprio
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