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Karl marx? disumano! pol pot fu il suo più fedele seguace

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di GUGLIELMO PIOMBINI

Con suprema noncuranza per l’oltraggio perpetrato nei confronti delle centinaia di milioni di vittime dei regimi comunisti che si sono ispirati alle idee di Karl Marx, nel bicentenario della sua nascita una folta schiera di politici, burocrati e intellettuali ha dato il via ad un’orgia di celebrazioni tanto incomprensibili quanto vergognose. In Germania non meno di 600 eventi, tra mostre, concerti, rappresentazioni teatrali e conferenze sono programmati a Treviri, la città dove Marx nacque il 5 maggio 1818. Il momento clou delle celebrazioni è l’inaugurazione di una statua in bronzo del filosofo tedesco, alta 5 metri e mezzo, donata dalla Cina. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha il compito di togliere il velo alla statua.

Nel frattempo, nelle sale cinematografiche europee si proietta il film apologetico di Raoul Peck Il giovane Karl Marx (foto), e anche nelle librerie il successo editoriale del filosofo tedesco dilaga come non succedeva da tempo. La casa editrice berlinese de Il Capitale, la Karl Diets Verlag, ha reso noto di aver aumentato le vendite di Marx come mai prima d’ora, in particolar modo nell’ultimo trimestre del 2018. In Italia la casa editrice Ponte alle Grazie ha ristampato il Manifesto del partito comunista. Con saggi e contributi sull’attualità del Manifesto curati da una dozzina di intellettuali nostalgici, tra cui Toni Negri. Non poteva mancare, naturalmente, la ristampa del libro Bentornato Marx. Rinascita di un pensiero rivoluzionario (Bompiani) del giovane filosofo rampante Diego Fuffaro [N.d.r: Fusaro]. Anche il Corriere della Sera si è unito al coro pubblicando un articolo di Antonio Carioti dall’irritante titolo “Quel genio di Karl. A 200 anni dalla nascita cinque motivi per riscoprire Marx”.

Che dire di questa corale e sorprendente celebrazione di un pensatore, le cui idee hanno lasciato un segno così terribile nella storia? È possibile che le teorie del padre fondatore del socialismo scientifico non abbiano alcuna relazione con gli immensi crimini perpetrati dal comunismo, i 200 milioni di morti, le carestie, i gulag, le purghe, il terrore, il totalitarismo, l’annientamento della libertà individuale, la miseria di massa?

L’ideale disumano di Marx

Ribaltando tutti i luoghi comuni sulla presunta purezza dell’ideale marxiano rispetto alla realtà, il grande economista Murray N. Rothbard ha affermato che il marxismo prefigura un sistema sociale molto peggiore di quelli che si sono storicamente instaurati nei paesi del socialismo reale. In tutta la costruzione marxiana, spiega Rothbard nella sua monumentale storia del pensiero economico (Classical Economics, 1995), è fondamentale l’idea che il comunismo si realizzi solo con la scomparsa dei due elementi fondamentali del mercato: la specializzazione del lavoro e lo scambio, che rappresentano la fonte di tutte le disuguaglianze tra gli uomini.

La dottrina marx-engelsiana si pone quindi un obiettivo profondamente disumano: sostituire l’infinita diversità degli individui con l’uniformità tipica del formicaio. La realizzazione di questo programma spaventoso richiede un uso continuo e massiccio della coercizione e della violenza. Ecco perché, lungi dall’essere un nobile ideale tradito da maldestri esecutori, il comunismo di Marx ha rappresentato un modello talmente negativo, che anche i rivoluzionari più fanatici non sempre hanno avuto il coraggio di seguire fino in fondo.

Lo stalinismo e il maoismo furono marxismi dal volto umano

Per capire se Rothbard ha ragione occorre confrontare le realizzazioni storiche del comunismo con l’ideale marxiano della società comunista. Marx purtroppo ha descritto molto laconicamente l’ultimo stadio della futura società senza classi, ma ha insistentemente messo in luce alcuni caratteri essenziali, senza i quali non si può neanche parlare di comunismo: la completa abolizione della specializzazione e della divisione del lavoro, con conseguente scomparsa delle contraddizioni (cioè delle differenze, nell’oscuro gergo marxiano) tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, e tra città e campagna; l’abolizione della proprietà privata e di ogni forma di scambio e di moneta; la scomparsa delle sovrastrutture tradizionali, morali, e religiose.

Se questo è l’obiettivo da raggiungere, bisogna ammettere che nessuno dei comunismi realizzati, salvo forse quello instaurato dai khmer rossi in Cambogia, ha eguagliato la radicalità del progetto ideale. L’estinzione dello scambio e della moneta si verificò parzialmente solo nei momenti più terribili della storia sovietica, quando il terrore e le carestie falciarono molti vite umane: durante il comunismo di guerra del 1919 e durante le collettivizzazioni delle campagne ordinate da Stalin nei primi anni ’30 e da Mao alla fine degli anni ’50.

In quest’ultimo caso, il Grande balzo in avanti che provocò la più grande carestia della storia con 30-40 milioni di vittime, il leader comunista cinese tentò persino di superare le contraddizioni tra città e campagna ordinando l’installazione di una fornace metallurgica in ogni villaggio contadino. Qualche anno dopo, durante la Rivoluzione Culturale, attaccò invece le contraddizioni tra lavoro intellettuale e lavoro manuale spedendo migliaia di intellettuali a lavorare nelle campagne. Nello stesso periodo, la guerra alle sovrastrutture culturali venne condotta in Urss e in Cina attraverso la distruzione vandalica di monumenti, chiese templi, libri e reperti del passato.

Salvo questi atroci periodi, in cui i comunisti al potere tentarono il salto immediato nel puro comunismo di Marx provocando cataste immense di morti, l’ideologia scese fortunatamente a compromessi con la realtà: la diffusa corruzione dei funzionari e la tolleranza di un fiorente mercato nero furono i due fattori correttivi del sistema che permisero alle popolazioni di sopravvivere. Per questa ragione il leninismo, lo stalinismo e il maoismo vanno probabilmente considerati come applicazioni più o meno moderate dei dettami del socialismo scientifico: dei “marxismi dal volto umano”. L’unico caso storico in cui tutte le condizioni richieste da Marx per l’esistenza della società comunista furono messe in pratica con la massima coerenza è stato probabilmente quello della Cambogia dal 1975 al 1979.

Pol Pot, il seguace più fedele di Marx

Poiché le troppe tracce borghesi rimaste rendevano evidente la lontananza tra le realizzazioni dei regimi comunisti esistenti e l’ideale marxiano, i khmer rossi giunsero alla conclusione, condivisa da schiere di intellettuali occidentali di sinistra, che russi e cinesi avevano fallito a causa della loro eccessiva moderazione, e che le indicazioni contenute nei testi di Marx e di Engels dovevano essere applicate senza compromessi.

Per farla finita una volta per tutte con la divisione del lavoro si fece di ogni cambogiano un contadino costretto al lavoro forzato; la differenza tra città e campagna venne superata deportando l’intera popolazione urbana nelle campagne; la contraddizione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale venne risolta mediante la soppressione fisica degli intellettuali; l’uguaglianza tra lavoratori intellettuali e manuali venne realizzata attraverso l’uccisione in massa di coloro che sapevano leggere o che portavano gli occhiali; la proprietà privata, la moneta e gli scambi furono completamente aboliti; le sovrastrutture religiose e tradizionali vennero distrutte eliminando fisicamente coloro che avessero avuto la coscienza ancora inquinata da tracce del mondo precedente. Il risultato, come si sa, fu uno dei più crudeli genocidi della storia, che condusse alla tomba almeno un terzo della popolazione cambogiana.

La morale è chiara: i governanti comunisti sono stati tanto più dispotici quanto più cercavano di avvicinarsi al modello puro di comunismo prefigurato da Marx. «La nozione prevalente che il comunismo marxiano rappresenti un glorioso ideale umanitario pervertito dal tardo Engels, da Lenin, o da Stalin può ora essere posta nella giusta prospettiva. Nessuno degli orrori commessi da Lenin, Stalin o da altri regimi marxisti-leninisti – conclude Rothbard – può essere paragonato alla mostruosità dell’ideale comunista di Marx». E’ difficile credere che questo ideale abbia ancora qualcosa da insegnare agli uomini del XXI secolo.

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6 COMMENTS

  1. Non dimentichiamoci che mai i comunisti sono andati al potere con libere elezioni. I bolscevichi in Russia erano una minoranza rispetto ad altre forze politiche, i comunisti erano una minoranza in Cina e non parliamo dei paesi est europei. Essendo minoranza il primo lavoro era disfarsi degli avversari per diventare maggioranza, ovviamente non si possono spedire all’estero, dove diventerebbero forza di liberazione e neppure mantenere all’infinito in campi di concentramento.
    Il comunismo, però, nacque per un eccesso di liberismo, senza gli squilibri, le disparità che nacquero con l’industrializzazione nell’800 Marx non si sarebbe neppure sognato di scrivere il Capitale. Ecco perché combattere i salari attuali a 700/800 euro al mese, eliminare i lavori precari, a tempo, evitare che un 10% della popolazione abbia il 50% del PIl, oltre ad essere un atto di economia di mercato è un atto di intelligenza, evitiamo di commettere gli errori del passato.

      • In Venezuela i comunisti sono al potere dopo libere e regolari elezioni? Me lo ero perso ma vado subito ad informarmi. Mi vengono altri casi di comunisti al potere con la forza pur essendo minoranza, Cuba, Corea del Nord, Nicaragua, Vietnam, Jugoslavia.

  2. Marx NON era un economista, era un profeta allucinato che proiettava attorno a se le sue allucinazioni.
    Si impicciò di economia per far vedere che lui aveva capito. Non aveva capito nulla, non sapeva e non capiva nulla, e del resto non gli serviva capire.
    Non capisco perché l’autore parla della specializzazione e divisione del lavoro che sarebbero sparite nella sua futura società perfetta. A me non risulta.
    La sua società “perfetta” è difficile da descrivere dato che il marxismo è tutta un’allucinazione, infatti lui non si premurò neanche di trovare un nome a questa sua futura società. Dopo la “dittatura del proletariato”, per miracolo, la sua società si sarebbe realizzata perché era “inevitabile”. Era scritto nella “storia” e lui, il sommo profeta, lo aveva “letto”, la Scienza glielo aveva rivelato.
    E’ chiaro che non ci sarebbe stata proprietà privata, la famiglia, e le nazioni.
    Tutto il suo pensiero è privo di senso, un DELIRIO.

  3. Politica e crimine sono sinonimi.
    La politica derivante dall’ideologia marxista è il peggior crimine contro l’umanità.
    Solo la libertà rende la vita degna di esser vissuta.

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