di LEONARDO FACCO
Ciò che più mi fa sorridere, quando leggo Sergio Rizzo (o il suo celeberrimo compare veneto Gianantonio Stella), è la "indignazione verace" – che esterna sin dai tempi de “La Casta” – quando riporta studi, numeri, rapporti che ci confermano che l’Italia è un paese criminale e criminogeno, fondato sul lavoro di pochi (produttori di ricchezza) che devono mantenere una montagna di parassiti (consumatori di ricchezza).
L'altro ieri, puntuale come una cartella pazza di Equitalia, è arrivata l’ennesima conferma. Sul Corriere della Sera ha scritto un commento così titolato: "Sommersi da una valanga di regole fiscali". Nulla di nuovo, ha solo aggiornato quel che aveva vergato in “Le aziende e il record della burocrazia. In cinque anni 288 nuove norme fiscali”, riprendendo, per la bisogna, le cifre che dà - con scadenza regolare - Confartigianato. In questo episodio, leggiamo quanto segue: "Le norme in materia fiscale che sono state eman
Grazie Guglielmo
Mi regalarono un libro di Rizzo.
Non l’ho mai letto.
In compenso ho letto due volte “oltre la democrazia” di Usemlab.
E l’ho anche regalato a 4 o 5 persone.
Se si perde la prospettiva ampia, si cade nella trappola dei finti riformatori.
Modificano qualcosa di marginale, ma lasciano inalterato il meccanismo infernale statalista.
Così facendo accontentano molti ignoranti, ma non migliorano le cose.
Un ritratto tanto impietoso quanto azzeccato. Complimenti a Leonardo.