di ROMANO BRACALINI
Quando nel 1900 Francesco Saverio Nitti, politico e scrittore meridionale, pubblicò il libro “Nord e Sud”, ovviamente per difendere il “povero” Sud e vantarne gli inesistenti primati, Gaetano Salvemini, pugliese, dopo averlo letto, esclamò da par suo: ”Non mi meraviglierei se Nitti, da buon meridionale, avesse falsificato le cifre”. E’ una tentazione ricorrente nei paladini del Sud e specie nel redivivo movimento neoborbonico. I lettori dell’Indipendenza ne hanno avuto un recente saggio. E tuttavia benché al Sud sia tradizione abbandonarsi al piagnisteo e dare sempre la colpa agli altri, non sono mancati meridionalisti e storici di vaglia, come appunto Gaetano Salvemini, Giustino Fortunato, Rosario Romeo, Arturo Labriola e altri, che alla manipolazione delle cifre hanno sempre preferito la fredda e obiettiva rappresentazione dei fatti ed è a questi studiosi onesti che ho sempre fatto riferimento nei miei lavori, anche nel mio ultimo libro “B
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