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La Nato è un pilastro del mondialismo

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di RAFAEL BARDAJÍ Qualche anno fa, Henry Kisisinger, con il suo solito sarcasmo strategico, disse qualcosa del tipo che "quando la NATO preme un pulsante, arriva un missile". Quando l'UE preme un pulsante, esce un comunicato". Non più. Basta guardare il lunghissimo discorso finale dopo il vertice della NATO di questa settimana nel suo nuovissimo quartier generale a Bruxelles. In contrasto con la concisione e l'impegno di quei primi comunicati con cui la NATO ha iniziato il suo cammino, quasi 80 paragrafi pieni di parole vuote e ambiguità. Quando non si tratta di errori grossolani. È vero che l'istituzionalizzazione dei cosiddetti vertici ha rafforzato la tendenza a gettare fiori sul proprio tetto, soprattutto negli ultimi anni, nel caso della NATO, quando era un po' confusa perché aveva perso i suoi segni distintivi dopo la scomparsa dell'URSS. Non dimentichiamo che è stata la minaccia sovietica che ha portato alla sua creazione. La NATO ci ricorda sempre che è l'alleanza
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