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La terza via keynesiana? bisogna aumentare l’iva

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di MATTEO CORSINI Coloro che insegnano materie economiche nelle università italiane sono in molti casi (neo)keynesiani. A loro volta si distinguono per essere accademicamente favorevoli a utilizzare il deficit per finanziare investimenti pubblici dai moltiplicatori mirabolanti, salvo poi, nell’eventualità di essere chiamati a fare parte di un governo, finanziare in deficit spesa corrente. La storia italiana è piena di esempi in tal senso. Tra i keynesiani accademici c’è Gustavo Piga, il quale, partendo dalla situazione politica che è venuta sviluppandosi nelle ultime settimane, offre questa proposta per la prossima legge di bilancio, qualora si formasse un governo M5S-PD. Piga parte dal presupposto che l’Europa dovrebbe ammorbidirsi, perché “il futuro dell’Europa passa per Roma e tirare la corda ulteriormente non farebbe che portare munizioni alla retorica di Salvini. Questo banale dato di fatto costituisce tuttavia anche un’opportunità per i due partiti: un
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1 COMMENT

  1. La teoria di Piga e dei keynesiani in genere da decenni cozza con la verifica sul campo: se il fantomatico moltiplicatore fiscale esistesse, l’Italia sarebbe il paese più ricco del mondo. Come disse un saggio “solo un idiota continua a tentare una procedura fallimentare sena cambiare nulla sperando che prima o poi abbia successo.”

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