di GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI
All'Italia l'Africa ha sempre menato gramo. Dalla conquista dell'Eritrea, dove ha preso legnate da morire, alla Libia (presa, persa e ripresa e ripersa) all'Africa Orientale, dove senza un uso intensivo di gas asfissianti avrebbe vinto soldati combattenti a piedi nudi armati di lance e (qualcuno) di fuciloni dell'età della pietra.
Ora in Libia. Dopo aver combattuto in un deserto privo di tutto, ma non ci siamo accorti, allora, che sotto il sedere c'era un mare di petrolio. Per beneficiare almeno un po' di questo mare abbiamo sottostato alle pretese giugulatorie di Gheddafi, con il quale, l'unico che ha saputo trattare è stato Berlusconi. Infatti è riuscito, ovviamente pagando, a fargli fare , invero molto efficacemente, il lavoro sporco di blocco dell'immigrazione.
Eravamo lì abbastanza tranquilli, quando Sarkozy, afflitto dalla solita grandeur, Cameron, il quale ha sentito rinascere in sé l'antico istinto del predone e la santa pacif