di DANIELE V. COMERO
Nella competizione tra Bersani e Berlusconi non c’è gara, il primo è indubbiamente più fresco e brillante. Si vede che ha una capacità innovativa ancora intatta, mentre il Cavaliere è costretto a defilarsi, più dai suoi colonnelli che dagli avversari. La dimostrazione c’è stata ieri a Roma, in piazza di Pietra, al tempio di Adriano (altro che palazzo Grazioli..) dove Bersani ha calato le sue carte: una scala reale di quadri, cuori e fiorellini. La scala è la «Carta d'intenti» del Pd con i punti del programma per un patto tra progressisti e moderati.
In un colpo solo è riuscito a fare un bel pasticcio, dicendo cose che nessun politico avrebbe mai immaginato di dire a un Paese con il cappio al collo, con una economia in stato di pre-collasso, assillato da fosche ombre sulla ripresa autunnale. Nel tempio ha celebrato uno strano rito politico, proponendosi con questi innovativi temi: coppie gay e figli di immigrati. Certamente sono cose import