di ENZO TRENTIN
«Vai, dì agli Spartani,
o viandante,
che qui noi giacciamo
obbedienti alle loro leggi.»
È epitaffio sul monumento dedicato ai trecento Spartani comandati da Leonida caduti nell'agosto o settembre del 480 a.C. nella battaglia delle Termopili, e vien da chiedersi se oggi l'Italia politico-istituzionale sarebbe in grado di trovare anche un solo emulo di quell'alleanza di poleis greche, guidata dal re di Sparta Leonida I contro l'Impero persiano governato da Serse I.
Le perplessità: Lo Stato italiano agli inizi è liberale, ma va a fare una guerra di conquista al sud. Giacinto De Sivo (1814-1867) è un meridionale federalista che scriverà: «Briganti noi combattenti in casa nostra, difendendo i tetti paterni, e galantuomini voi venuti qui a depredar l’altrui? Il padrone di casa è brigante, e non voi piuttosto venuti a saccheggiare la casa?» Nel 1861 i liberatori avevano messo al muro 15.665 patrioti borbonici. Poi i morti aumenteranno.
Seguiranno
Il chi deve portare viene sempre dopo il dove portare e come deve portare. Serve uno stacco di principi e paradigma. Quando sono individualmente chiari e condivisi il come ed il dove, il chi può essere anche semplicemente un animale da compagnia. E’ sempre la confidenza nelle doti del conduttore a costare l’irresponsabile miseria di esiti per i condotti. Ma io non faccio testo.
Quel che è chiaro è che all’altezza di questo secolo e di tutta l’evidente esperienza disponibile, il dove ed il come non devono essere un cambio cosmetico di denominazione, di pezzi di carta, di venerati stracci, anche se suggeriti da compianti maestri, ma un progresso sostanziale di principi, come quello di non aggressione a tutela dell’individuo e di confinamento del potere, per così dire, pubblico. Dove i leaders non hanno potere ed investitura comandano tutti gli altri e senza il bisogno di badanti, è lo spessore dei principi che sono condivisi a fare la differenza tra una nazione sciatta o prospera. Con buona pace di tutti i loro orfani, i cari leader trovano prevalentemente utilità per se e per rompere le palle agli studenti impiastrando di rosso sangue i libri di storia.