di LEONARDO FACCO
Per quanto la nostra idea di vita stia agli antipodi rispetto a quella dei criminali e dei malviventi che stanno al governo e in parlamento, il totalitarismo non si pone problemi di coscienza nel pianificare l'esistenza altrui, non ha valori morali a cui attenersi, non parteggia per "l'etica della libertà".
Il 31 dicembre dell'anno scorso, mentre ricominciava a soffiare il vento dell'isteria sanitaria, la stampa igienica titolava così: "Circolare Covid: «Pandemia imprevedibile, il Paese si prepari». Dalle mascherine al lavoro agile, se la situazione peggiora".
Concedetemi alcune brevi riflessioni, che sono doverose. In primis, un dato oggettivo: ce l'hanno fatta, sono riusciti a trasformare, nell'immaginario collettivo dei covidioti italici ed europei, il concetto che qualsiasi influenza debba essere catalogata come pandemia, anzi, come potenziale "peste nera". Per rafforzare questo pensiero insano, usano come modello la feroce dittatura comunista cinese,
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