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Machen, il presbiteriano che considerava la politica una disciplina ostile all’individuo

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di LAWRENCE W. REED Pearl S. Buck, la scrittrice vincitrice dei Premi Pulitzer e Nobel, così elogiò il teologo presbiteriano John Gresham Machen [1] (1881–1937): "Era un uomo ammirevole. Non ha mai indietreggiato e non ha mai chinato la testa di fronte a nessuno. Non era da lui cedere su qualche punto o scendere a compromessi, e non risolveva una controversia con qualcosa di meno di una vittoria. Era un glorioso nemico perché era franco e diretto nelle sue roventi contese e nella sua aspra opposizione. Stava saldo nella sua posizione ed era noto a tutti quale essa fosse". Per fuggire la tentazione di liquidare le lodi della Buck come prevedibilmente partigiane perché, dopo tutto, lei fu allevata da missionari presbiteriani di stanza in Cina, consideriamo allora il punto di vista di Henry Louis Mencken. Mencken era noto per le sue critiche caustiche rivolte ai cristiani in generale e ai ministri di culto in particolare. Descrisse il Creatore come «un comico il cui p
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