di REDAZIONE
Maroni sposa il modello catalano per rilanciare la Lega e annuncia: «Entro la fine dell’anno si terrà il congresso federale: che vinca o che perda in Lombardia, mi dimetterò. E mi piacerebbe che il prossimo segretario sia un giovane leghista veneto. Come Zaia, Tosi o Bitonci». Un Maroni che rivela: l’alleanza con il Pdl per la corsa in Lombardia ha «salvato per un pelo» i governi di 500 città e delle regioni Veneto, Piemonte e Friuli. Sì, perché il segretario federale della Lega poche settimane fa stava per «staccare la spina» a quell’accordo facendo saltare il banco: la giunta Zaia era pronta a fare i bagagli: «Ne ho parlato con Zaia e lui era pronto a fare tutto quello che doveva fare. E invece resterà fino al 2015 e poi anche per il secondo mandato».
La battaglia di tutte le battaglie è però quella lombarda, poi quella della macroregione del nord, sulle tracce del compianto Miglio, ma in salsa catalana: «La mia idea è che si debba diventare
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