di REDAZIONE Fonte originale: www.lettera43.it
Nel terremoto che ha sconvolto la Lega tra scandali, inchieste e dimissioni, l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, oltre a chiedere «puliza» prova a guardare al futuro.
Per quanto riguarda l'uso di denaro pubblico al vertice del Carroccio, Maroni spiega oggi al Corriere della Sera che gli «pare impossibile che Umberto Bossi fosse consapevole di quanto accadeva. Lo conosco da oltre 30 anni: non è mai stato legato ai soldi. Ha sempre anteposto la Lega alla famiglia, come quando nel '90 ruppe con la sorella». Eppure ci sono le firme del Senatùr sui documenti. «Se verrà accertato il contrario, me ne dispiacerò. Se è per questo, come segretario federale ha firmato anche i bilanci. Stiamo facendo le nostre verifiche interne per stabilire se, quanto e chi ha sbagliato».
A SETACCIO TUTTI I CONTI. A riguardo sono in tre a condurre l'inchiesta interna: «Stefano Stefani, il nuovo amministratore; Silvana Comaroli, l'ammi
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