FONTE ORIGINALE: www.repubblica.it di Alberto Custodero
Faida tra "maroniani" e "bossiani": sloggiato dalla sede storica della Lega, in via Bellerio 41, a Milano, l'avvocato storico del Carroccio, Matteo Brigandì. L'ordine di andarsene, a Brigandì - che in via Bellerio aveva il suo ufficio - è stato notificato due settimane fa da Stefano Stefani, tesoriere del partito dopo lo scandalo Belsito: "Maroni - gli ha detto - non ti vuole più qui". L'intenzione del neo segretario federale, gli è stato spiegato, è di non rinnovargli la procura generale di gestire le cause penali e civili della Lega che gli aveva rilasciato Bossi fin dal 1996. Ma di confermargliene alcune o revocargliene altre. Il perché non è stato spiegato. Ma la motivazione è con ogni probabilità nel match tra le due fazioni, i duri e puri di Bossi (come Brigandì) da una parte e i fedelissimi di Maroni con l'inevitabile spoil system dall'altra. Va detto che lo stesso ex ministro dell'Interno era stato difeso
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