di ROMANO BRACALINI
Nei felici tempi unitari del primo regno d’Italia si tassavano anche le porte e le finestre (uno spunto utile per Monti), e Critica Sociale di Filippo Turati scriveva che al suddito italiano, il più tartassato in Europa, mancava solo che gli facesse pagare anche l’aria che respirava. Quella delle tasse più inique e impopolari è per l’Italia una consuetudine che ha attraversato i 150 anni unitari senza una scossa o un’attenuazione. L’Italia è sempre stato il paese delle tasse, che mandava i carabinieri per esigere la gabella come nel Medio Evo. Ma quando metà del paese non produce nulla e vive da parassita alle spalle dell’altra metà, i soldi bisogna pur trovatli da qualche parte! Liberali e reazionari hanno sempre azionato volentieri la leva dell’imposizione fiscale, che è l’operazione più semplice e la più comoda per rastrellare quattrini senza cambiare nulla. Monti, del quale ci si aspettavano miracoli e idee geniali - e siamo rimasti
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