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Nessun vaccino per la pandemia politica cubana, che arresta i dissidenti

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di ALVARO VARGAS LLOSA Non c'è niente come una pandemia per facilitare il lavoro di uno Stato totalitario. Qualsiasi forma di persecuzione politica può essere giustificata come misura necessaria per preservare la vita e la salute delle potenziali vittime del COVID-19 e qualsiasi forma di dissenso politico può essere interpretata come una condotta antisociale capace di porre una minaccia per gli altri. Cuba ne è un esempio perfetto. L'isola, nominalmente governata da Miguel Diaz-Canel, ma ancora saldamente controllata dall'ottuagenario Raul Castro, sta ricevendo in questi giorni poca attenzione internazionale, data la pandemia. Gli assalti quotidiani ai dissidenti, agli attivisti e agli oppositori passano inosservati, e le numerose proteste in giro per il Paese, piccole ma significative, raramente fanno notizia all'estero. Tra luglio e novembre, Human Rights Watch ha raccolto ampie informazioni su decine di arresti arbitrari nel paradiso socialista a circa 100 miglia a sud
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