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Il ridicolo premio nobel alla nuova unione sovietica

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di CARLO ZUCCHI* Caccia a Ottobre Rosso è forse il film che meglio simboleggia il tramonto dell’impero sovietico. Quando lo vidi per la prima volta nel lontano 1991, nel pieno del crollo dell’impero sovietico, ricordo l’entusiasmo e la gioia che provavo nel veder celebrata la fine di quella perversione mentale che è stata ed è tutt’ora il comunismo. Purtroppo, più passa il tempo e più, nel rivederlo, vengo colto da un sentimento di nostalgia misto a delusione. Nostalgia, nel ricordare l’entusiasmo che mi pervase nel vedere crollare quel mondo di menzogne che aveva affascinato milioni di italiani; delusione nel constatare che i comunisti italiani non si sono ravveduti nemmeno di fronte all’evidenza e perché, a distanza di anni, le fanfare dell’anticapitalismo sono tornate a farsi sentire più fastidiose che mai, complici la crisi del 2008 e la politica monetaria scellerata che l’ha provocata. A quasi un quarto di secolo dal crollo del Muro di Berlino abbiamo
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