di MATTEO CORSINI
“Gli economisti da tempo hanno ammesso che i mercati, lasciati ai loro meccanismi, possono sbagliare”. In un lungo articolo che Repubblica ha tradotto per i lettori italiani, Barack Obama fa una sorta di bilancio del suo doppio mandato. Come sempre in questi casi, ne esce un quadro con più luci che ombre, e le ombre sono addebitate a responsabilità altrui, ossia coloro che non gli hanno lasciato fare quello che voleva. Da questo punto di vista, nulla di cui stupirsi.
C’è poco da stupirsi anche nell’apprendere da Obama che gli economisti, soprattutto quelli di cui lui si è circondato in questi anni, sostengano che i mercati “possono sbagliare”. Il fatto è che non esistono entità chiamate mercati che agiscono, bensì individui e imprese che scambiano beni e servizi in base a valutazioni soggettive. L’insieme di quegli scambi volontari dà luogo a un mercato. Considerare “sbagliato” il risultato di scambi volontari solo perché si tratta d