di REDAZIONE
Nel prossimo biennio la sanità veneta cambierà fisionomia: sette ospedali saranno chiusi e le risorse liberate finanzieranno una nuova rete di pronto intervento, assistenza e cura sul territorio. La lista delle dismissioni comprende i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e «Borgo Roma» a Verona. E' una riforma radicale quella delineata nelle “schede tecniche” abbinate al Piano socio-sanitario già all'esame della Prima commissione regionale: all'approvazione definitiva del documento di programmazione, prevista entro l'estate, seguiranno i provvedimenti operativi correlati.
La cessazione di attività di un ospedale, a prescindere dalla sua effettiva funzionalità, è un atto altamente impopolare, avvertito come una lesione dei livelli del welfare dall'opinione pubblica; perché, allora, gli artefici della politica sanitaria – il governatore Luca Zaia, l'assessore Luca Coletto, il segretario