di MATTEO CORSINI
Quando Pier Carlo Padoan parla di debito pubblico, una buona euristica consiste nel prevedere che le cose andranno all’esatto contrario di quanto affermato dal ministro. Più volte nel corso del 2016, soprattutto in primavera, Padoan ha affermato che il debito avrebbe iniziato un percorso di discesa in rapporto al Pil già nel 2016. Il tutto basandosi su stime di crescita del Pil e dei prezzi al consumo superiori a quelle formulate da praticamente tutti coloro che si cimentano nell’esercizio (sterile) di quantificare l’andamento di tali variabili.
Per esempio, ecco quanto affermava Padoan il 4 aprile scorso: “Il debito ha smesso di crescere e comincerà a scendere da quest'anno”. Passavano quattro giorni e il ministro ribadiva il concetto, facendo anche vanto di detenere un buon record sull’essere precisi (comicità involontaria?): “Il debito comincerà a scendere a partire dal 2016 dopo essersi stabilizzato nel 2015. Abbiamo un buon record sull'es
Che prospettive può avere un travet dell’inghippo finanziario?
Non mi risulta che il mondo sia stato plasmato dai ragionieri.