di LUCIANO CAPONE*
Pochi giorni fa il Garante della Privacy ammetteva senza troppi giri di parole che "il rischio di trasparenza amministrativa senza limiti" sta trasformando i cittadini in "potenziali mariuoli”. Il prof. Pizzetti ricordava che “in uno stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi e non può essere sospettato a priori". Ma l’ammonimento del Garante non sembra aver fermato la marcia trionfale della “lotta all’evasore” che propone la pubblicazione di black-list di delinquenti e l’assegnazione del “bollino blu” per gli onesti. In televisione magistrati come Davigo dicono che la privacy è un falso problema: “Se una persona viene processata per pedofilia si deve sapere: il vicino di casa deve sapere se può lasciare il suo bambino libero di giocare al parco” e ancora “nel rapporto tra reddito e beni posseduti bisogna invertire l’onere della prova, come si fa per i mafiosi. Devi spiegare come fa