di GIANMARCO LUCCHI
La vicenda della Tav in Val di Susa è ormai andata ben al di là dello scontro fra una valle che si oppone a una certa opera e i poteri superiori che la vogliono imporre e usano qualsiasi strumento per imporla. Assomiglia sempre di più al braccio di ferro fra il cittadino che si sente vessato e lo Stato padrone che risponde ad altre regole e che accusa il cittadino di strumentalizzare la battaglia per motivazioni politiche. In Val di Susa i violenti sono «invitati» e non «infiltrati» dice il commissario straordinario del Governo per la Tav, Mario Virano, dando la sua lettura di quello che sta succedendo nelle manifestazioni dei No Tav: «È il Comitato che dirige il movimento - spiega -. Regola il rubinetto della violenza secondo una lucida convenienza valutata occasionalmente, di caso in caso». Non è il solo a pensarla così, sottolinea. La sua opinione «coincide con quella di molti altri». Ecco che, secondo il commissario, l'alternarsi e il mescolarsi
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